Arthur Rubinstein

(Łódź, 28 gennaio 1887 – Ginevra, 20 dicembre 1982))

"Sul palcoscenico, prenderò un rischio. Ci deve essere un elemento di audacia nel fare grande musica . Questi giovani, sono troppo prudenti. Prendono la musica dalle loro tasche anziché dai loro cuori."

Nato a Lódz, in Polonia, nel 1887, Arthur Rubinstein divenne uno dei più grandi pianisti del ventesimo secolo. All'età di tre anni, iniziò a studiare il pianoforte ed a cinque aveva dato il suo primio concerto pubblico. Quando aveva dieci anni, sua madre lo presentò per un'audizione al famoso violinista Joseph Joachim. Impressionato dall'esecuzione di Mozart del del giovane ragazzo, Joachim acconsentì a prendersi cura della sua formazione generale e musicale. La madre di Rubinstein tornò a Lódz, lasciando suo figlio a Berlino.

Joachim, che rimase il consigliere del giovane Rubinstein, lo fece conoscere a Heinrich Barth. Fu sotto la tutela di Barth che Rubinstein mosse i suoi primi passi verso manifestazioni più serie. Dopo solo tre anni di studio in Germania, Rubinstein debuttò al Beethoven Saal con la Filermonica di Berlino. Suonò opere di Mozart, Chopin e Schumann, così come il Concerto no. 2 in Sol Camille Saint-Saëns, che avrebbe continuato a suonare durante tutta la sua carriera. Stupito dalle prestazioni del Rubinstein, un critico scrisse "ha suonato tutto, non come un bambino prodigio, ma come un maturo, adulto musicista."

Nel 1906, andò a New York per suonare alla Carnegie Hall. L'accoglienza fu fredda, ma finì il giro di 75 concerti che aveva progettato. Dopo il ritorno a Parigi, Rubinstein si astenne dai concerti pubblici per quattro anni. Durante questo periodo, visse un'esistenza tempestosa - in alcuni momenti era povero e senza un posto dove dormire e in altri viveva fra l'elite della cultura. Tuttavia ha continuato ad esercitarsi e divenne amico del direttore Serge Koussevitzky e di Igor Stravinsky. Nel 1914, con l'inizio della Prima guerra mondiale, Rubinstein lasciò Parigi per la Spagna.

Il giro della Spagna rappresentò una svolta importante nella sua vita. Si era trasformato in in un pianista più maturo e più appassionato, rispetto ai concerti americani, e gli spagnoli risposero in modo entusiastico alle sue esibizioni. Imparò lo Spagnolo ed iniziò a suonare le opere dei compositori spagnoli de Falla, Albéniz e Granados. Il suo modo di suonare non era calmo controllato, tipico del musicista classico tradizionale, ma uno sfrenato, libero e selvaggio abbraccio con il pianoforte. Fu questo suo carismatico ed appassionato modo di suonare, piuttosto che il suo virtuosismo, che attirava il vasto pubblico. Rubinstein fece seguito alla sua visita in Spagna con un esteso tour, ugualmente apprezzato, dell'America del sud. Questi concerti gli procurarono soldi e lo incoraggiarono a tornare in Europa e continuare a suonare.

Una volta a Parigi, ritornò alla vita frenetica che aveva condotto prima della guerra. Con i suoi amici, Cocteau e Picasso, godette della vita sociale dell'artista, ma sentì che il suo estro era giunto ad una punto di fermata. Non aveva ancora quarant'anni quando decise che era tempo di stabilizzarsi. Fu allora che venne a contatto della figlia del grande direttore d'orchestra polacco, Emil Mlynarski. Benchè Nela Mlynarski fosse di quasi venti anni più giovane di lui, si sposarono a Londra nel 1932. Più ogni altra cosa, fu questo rapporto e l'inizio della vita familiare che imposero a Rubinstein la necessità di ritornare ai rigori dello studio. Subito dopo la nascita del loro primo bambino, Rubinstein affittò una piccola fattoria ed iniziò ad esercitarsi dodici-sedici ore al giorno.

Nel 1937, Rubinstein tornò alla Carnegie Hall nel pieno delle sue capacità. Erano passati più di trent'anni e questa volta fu riconosciuto come un genio. Nelle sue interpertazioni di Chopin, i critici lo videro non soltanto come assoluto maestro, ma misero in evidenza una rivoluzionaria re-interpretazione dell'opera del compositore. Rubinstein si rese conto che la minaccia crescente dell'occupazione Nazista rendeva necessaria il trasferimento immediato della sua famiglia in America. Lì trovò una sede a Los Angeles fra un certo numero di altri rifugiati europei. Anche se divenne cittadino americano nel 1946, visse l'ultimo periodo della sua vita in Europa. Dopo la guerra e la perdita della sua intera famiglia a Lodz, si dedicò ai concerti pubblici a sostegno del nuovo stato d'Israele.

Malgrado la sue età e la salute sempre più minata, Rubinstein continuò a suonare anche durante i suoi settanta-ottanta anni. All'età di 83 anni finì la sua biografia, "I MIEI MOLTI ANNI", e sei anni dopo lasciò sua moglie per un'altra donna. Morì a Ginevra, nel 1982 e le sue ceneri furono sepolte in una foresta israeliana. Fra i suoi molti premi furono la Legione d'Onore Francese e la Medaglia Americana della Libertà. La sua lunga vita dedicata alla musica e la sua vasta produzione rimane come ispirazione agli appassionati di musica classica di tutto il mondo.




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