TECNICA PIANISTICA

La pressione

Parlando della caduta libera abbiamo potuto verificare come si possa ottenere un suono ampio e forte sfruttando soltanto il peso naturale del braccio.

In tutte quelle situazioni in cui, però, non è possibile sollevare il braccio dai tasti (per esempio in una successione rapida di accordi) si deve ricorrere ad una "spinta" sui tasti mantenendo le dita a contatto con essi.
La pressione si esercita posando le dita sui tasti e spingendoli verso il basso con un'improvvisa e rapida azione del braccio che, grazie all'impulso dei muscoli della spalla e del busto, si contrae trasferendo ai tasti la massima velocità.
Nella caduta libera l'azione dei muscoli era limitata soltanto al sollevamento del braccio e alla piccola resistenza delle dita necessaria a sostenere il peso di tutto l'apparato. Per il resto, il suono era prodotto sfruttando la forza di gravità.
La pressione, invece, prevede l'intervento della forza muscolare, con esclusione del peso del braccio e mantenendo una distanza minima (spesso nulla) dai tasti. La velocità generata dalla fulminea contrazione dei potenti muscoli della spalla e del busto è tale che se si aggiungesse anche un'accelerazione, prodotta dal sollevamento del braccio, si otterrebbe un suono sgradevole, duro, violento.
Attenzione! La contrazione muscolare non dura che per un attimo. Una volta abbassati i tasti, non ha più alcun senso continuare a spingere! Tutto l'apparato, subito dopo aver prodotto il suono, ritornerà nella posizione di riposo, pronto a generare una nuova pressione. In questo modo si eviterà l'affaticamento e la rigidità muscolare.
Così come per i passi di ottave e, in generale, per tutte quelle situazioni in cui c'è bisogno della massima potenza del suono, anche nella pressione i muscoli pettorali e del dorso svolgono un compito determinante. Occorre, quindi, familiarizzare con questi elementi della tecnica e saper sfruttare al massimo l'impiego di questi potenti muscoli.
Provate ad esercitarvi applicando la pressione ad un semplice accordo. Preparate la mano aperta con le dita appoggiate sui tasti che formano l'accordo, quindi abbassate energicamente tutti i tasti con un'azione fulminea (come una scarica elettrica). Immediatamente dopo rilassate tutto l'apparato e riportate i muscoli nella condizione di riposo. Ripetete l'esercizio diverse volte: dovete "sentire" l'azione dei muscoli delle spalle e del busto.
Anche in questo caso può essere d'aiuto esagerare nei movimenti. Per esempio si potrebbe continuare ad esercitare la pressione anche dopo aver suonato l'accordo, mantenendo tutto l'apparato in contrazione. Questo può aiutare ad avere una maggiore percezione di tutti gli elementi che entrano in gioco (braccio, spalla, petto). Provate, quindi, a suonare l'accordo e continuate a premere sui tasti, piegando in avanti il busto e spingendolo, poi, all'indietro con una pressione delle dita sulla tastiera. Questa situazione estrema di contrazione e di sforzo serve a far "sentire" l'azione dei muscoli della spalla.
È ovvio che nella pratica bisogna accuratamente evitare ogni prolungamento inutile di tensione, di sforzo o fatica, ma soltanto dopo aver acquisito la padronanza di questi elementi così importanti si potrà usarli nel modo più appropriato.

La pressione è indicata in quelle situazioni in cui è presente una successione di accordi (in un tempo non troppo rapido).
L'inizio del Preludio op.28 n.16 di Chopin, ad esempio



Oppure l'inizio della Sonata op.106 di Beethoven:



o, ancora, l'inizio del Carnaval op.9 di Schumann:



L'intensità della spinta dovrà essere regolata in relazione alla dinamica sonora di cui avremo bisogno.
Spesso accade che in una serie di accordi sia presente, oltre all'armonia, anche la melodia nella parte superiore, generalmente suonata con il 5° dito. Occorre quindi dedicare molta importanza a questo dito perché suoni in modo chiaro e sempre "al di sopra" degli altri. Avere questo speciale senso del 5° dito è fondamentale per rendere comprensibile e "cantabile" l'esecuzione di quei passi di accordi melodici. Pensate ad esempio all'attaco del pianoforte nel Concerto per pianoforte e orchestra n.5 di Beethoven:



oppure al Preludio op.28 n.20 di Chopin:



Per semplificare il lavoro propongo, all'inizio, di separare il mignolo dalle altre dita, suonandolo con intensità maggiore. In questo modo:



Anche in questi casi un orecchio allenato guiderà il pianista verso una corretta realizzazione.