TECNICA PIANISTICA

Lo staccato

Divideremo lo staccato in due categorie: lo staccato applicato alle note singole (scale, arpeggi, linee melodiche ecc.) e lo staccato applicato alle note doppie (ottave, accordi).
Ci occuperemo dell'analisi sulle ottave staccate in un altro capitolo, ora analizzeremo solo lo staccato semplice.
A differenza delle ottave staccate, in cui è necessaria una partecipazione attiva dei muscoli forti del braccio, della spalla e persino del busto, per eseguire passi come questi:

  (Schumann, Kinderszenen op.15)

spesso è sufficiente l'azione delle dita e del polso.
Anche in questo caso raccomando sempre di dividere lo studio in due fasi distinte.
La prima consiste nel far fare tutto il lavoro esclusivamente alle dita, lasciando tranquilli mano, polso e avambraccio. Le dita devono agire come in una sorta di "pizzicato", contraendosi nervosamente dopo l'attacco di ogni tasto.
Nella seconda fase, invece, si studierà il passaggio con l'utilizzo del polso che, ad ogni nota, solleverà la mano rimbalzando sulla tastiera.
Il tutto deve essere eseguito lentamente e con molta attenzione affinché nessun elemento dell'apparato dita-mano-braccio si irrigidisca.
La sintesi dei due movimenti garantirà il massimo risultato.
Con uno studio attento e ripetitivo, la mano assimilerà il gesto e, in modo del tutto naturale, adotterà la soluzione più congeniale rispetto al grado di velocità e al tipo di staccato richiesto.
Tornando all'esempio di Schumann possiamo notare che la destra esegue una figurazione rapida e leggera. In questo caso lo staccato sarà ottenuto dall'azione nervosa e pizzicata delle dita. La sinistra, invece, con una figurazione più lenta, eseguirà lo staccato utilizzando anche il polso e l'avambraccio, con piccoli balzi.

In altre circostanze, come ad esempio nella Sonata in Re min. di Scarlatti (Toccata):



la sostituzione rapida delle dita sullo stesso tasto fa sì che lo staccato sia realizzato grazie alla sola azione delle dita che contraendosi verso l'interno della mano (verso il palmo), con uno scatto rapido e fulmineo, permettono lo scambio. In questo caso mentre il 3° e il 2° dito agiscono ripiegandosi su loro stessi, il pollice deve colpire il tasto nella parte più esterna (bordo) per poi scivolare all'infuori, verso il basso, liberando il tasto stesso.

In passi come quello del finale della Kreisleriana di Schumann:



lo staccato è realizzato grazie alla coordinata partecipazione delle dita (non dimentichiamo mai il loro ruolo importante, in qualunque situazione) e della mano che, con l'aiuto del polso e dell'avambraccio, "saltella" sulla tastiera.